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L’UE verso una legge per la biodiversità

È allo studio da qualche mese al Parlamento europeo una proposta di legge, caldeggiata da paesaggisti e urbanisti, perché i Paesi dell’Unione adottino entro il 2030 misure per il ripristino della natura e il recupero degli ecosistemi danneggiati, che coinvolgano almeno il 20 per cento delle aree terrestri e marine. La proposta tende ad accordare su tutto il territorio del continente le direttive adottate nei Paesi più avanzati a livello ambientale.

Ripensando al rapporto tra luoghi costruiti e abitati e la natura. Tra i punti salienti (sempre più urgenti, viste le aggravate condizioni climatiche): contenere la perdita di biodiversità (per esempio, tutelando gli impollinatori), migliorare la gestione dei corsi d’acqua, ridurre il consumo di suolo. Le città giocano in questo processo un ruolo cruciale. Tra i benefici che ne conseguono: il miglioramento delle condizioni di salute e benessere di umani e animali, l’aumento di aree verdi boschive, più sicurezza agro-alimentare, un ecosistema per le generazioni future.

Per conquistare anche i più scettici e conservatori, l’UE precisa che con questa proposta di legge non intende imporre la creazione di nuove aree protette, né bloccare la costruzione di nuove infrastrutture energetiche (anche rinnovabili). Il relatore, lo spagnolo Cesar Luena (https://europarl.europa.eu), precisa che questa norma: «è un elemento essenziale del Green Deal europeo e segue le raccomandazioni e i pareri scientifici degli esperti mondiali. Gli agricoltori e i pescatori ne beneficeranno in primis… ma occorre raggiungere un accordo prima della fine del mandato di questo Parlamento, per approvare il primo regolamento sul ripristino della natura nella storia dell'UE».