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I bambù del Labirinto: arte e natura

Il Labirinto di Masone, il più grande esistente sul Pianeta, comprende circa 200mila piante di bambù e nel Parco altre venti specie tra nane e giganti: un patrimonio che Franco Maria Ricci omaggia al mondo, incentrato su una pianta straordinaria che non si ammala, non si spoglia, trattiene il carbonio nel terreno e assorbe enormi quantità di anidride carbonica dall’aria donando a noi l’ossigeno. Ogni anno, dal 2016, viene organizzata nelle corti e negli edifici del Labirinto una manifestazione, “Under the bamboo tree”, dove le ultime ricerche scientifiche mostrano il meglio dei materiali e delle tecniche affinati intorno a un materiale prezioso e unico. Da queste prendono avvio i laboratori di progetto dell’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Firenze e di AIB (Associazione Italiana Bambù) e le conferenze con esperti internazionali sugli impieghi del bambù in ingegneria, architettura, design. Dell’edizione 2018 ricordiamo la bella partecipazione della Hunan University con le ultime tecnologie per la realizzazione di strutture leggere in GluBan, materiale composto da bambù e resine vegetali ad alta resistenza. Per il 5 e 6 ottobre prossimi la nuova edizione prevede due giorni intensi di laboratori e incontri (come quello di Mauricio Cardenas Laverde sull’architettura in bambù, a partire dal Padiglione che ha portato alla Beijing International Horticultural Exposition 2019), oltre alla mostra dei prodotti vincitori del concorso internazionale di design BambooRush: tappeti, pavimenti, arredi, tendaggi, strumenti musicali, cesti e oggetti per la tavola. In un’area dedicata, nelle sale e nelle corti, si alternano i cooking-lab di chef maestri nell’uso dei germogli di questa pianta prodigiosa (labirintodifrancomariaricci.it).

Giuliana Zoppis