| Una vita bio

La vacanza 2020, tra borghi e locande

C’è vitalità nei piccoli centri del nostro Paese.

Subito prima del Covid, la Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali di ISTAT rilevava a fine 2019 un ulteriore incremento sulle presenze di turisti italiani e stranieri nei borghi più belli d’Italia rispetto all’anno prima, con 430 milioni di presenze e un’affluenza anche oltre la stagione estiva (il 45% visitatori internazionali).

I nostri borghi e villaggi sono disseminati in gran parte sui colli e sulle alture dell’Appennino, ma si diffondono anche nelle zone verso le coste. Ognuno si distingue per il patrimonio storico-culturale e per la ricchezza della natura che lo circonda. Molti presentano itinerari eno-gastronomici con prodotti DOP o IGP (alcuni sono in rete con i presidi Slow Food), tali da offrire al visitatore occasioni uniche per assaporare realtà sorprendenti. Ogni dettaglio, dalla tavola al paesaggio, parla: proprio nel senso che narra un’esperienza da vivere, un gusto da scoprire, uno scorcio da ricordare.

Si stabilisce o rinsalda una connessione con il territorio: profumi, tradizioni, arte, artigianato, vegetazione. Le locande che punteggiano le valli e i borghi italiani, immerse tra vigneti, campi e boschi, interpretano più di ogni altro spazio di accoglienza queste capacità. Con l’aggiunta di garantire, alla ricerca di una totale sicurezza, il senso dello “scelto su misura”, la privacy di spazi e tempi, la vicinanza alle nostre città.

Il nuovo modo di spostarci trova in queste mete opportunità di vivere il “piccolo e locale” non come un ripiego, ma come il privilegio di soggiornare con lentezza e comfort, scoprendo destinazioni a portata di mano e mai esplorate.